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IL PROGETTO
IL PROGETTO

Tra Tradizione e Ricerca

Negli anni ’50, il Nutrition Bureau of the New York Health Departement ed altri ricercatori, a causa del notevole aumento della patologia arteriosclerotica cardiovascolare, avanzarono l’ipotesi che gli acidi grassi saturi (SFA) ed il colesterolo dei cibi animali innalzassero il colesterolo nel sangue. Iniziò così un periodo in cui il burro fu sostituito dalla margarina pensando che il contenuto di SFA e colesterolo del burro fosse dannoso.

Oggi è stato chiarito che gli SFA sono importanti nell’evoluzione dell’uomo: essi sono infatti presenti in quantità maggiori nel latte materno e attivano la produzione delle lipoproteine VLDL nei processi fisiologici come crescita infantile, lotta alle infezioni, esercizio fisico, allattamento. È emerso inoltre che il colesterolo, oltre ad essere il precursore della vitamina D, dei sali biliari, degli ormoni steroidei e degli ormoni sessuali (androgeni, estrogeni, progesterone), è indispensabile per la formazione e riparazione delle membrane cellulari, per il loro equilibrio di fluidità in tutto l’organismo ed in particolare nelle cellule nervose, ed anche per l’equilibrio psicosomatico.

Demonizzare il burro è pertanto sbagliato, ma usarne uno qualsiasi è un errore gravissimo.

Tra Tradizione e Ricerca

Negli anni ’50, il Nutrition Bureau of the New York Health Departement ed altri ricercatori, a causa del notevole aumento della patologia arteriosclerotica cardiovascolare, avanzarono l’ipotesi che gli acidi grassi saturi (SFA) ed il colesterolo dei cibi animali innalzassero il colesterolo nel sangue. Iniziò così un periodo in cui il burro fu sostituito dalla margarina pensando che il contenuto di SFA e colesterolo del burro fosse dannoso.

Oggi è stato chiarito che gli SFA sono importanti nell’evoluzione dell’uomo: essi sono infatti presenti in quantità maggiori nel latte materno e attivano la produzione delle lipoproteine VLDL nei processi fisiologici come crescita infantile, lotta alle infezioni, esercizio fisico, allattamento. È emerso inoltre che il colesterolo, oltre ad essere il precursore della vitamina D, dei sali biliari, degli ormoni steroidei e degli ormoni sessuali (androgeni, estrogeni, progesterone), è indispensabile per la formazione e riparazione delle membrane cellulari, per il loro equilibrio di fluidità in tutto l’organismo ed in particolare nelle cellule nervose, ed anche per l’equilibrio psicosomatico.

Demonizzare il burro è pertanto sbagliato, ma usarne uno qualsiasi è un errore gravissimo.

Il Burro è fonte di importanti nutrienti essenziali

Da conoscenze che fanno parte della storia dell’alimentazione, ma anche da importanti ricerche scientifiche moderne, risulta che il burro è un’ottima fonte di carotenoidi e vitamina A, di vitamina D, di vitamina E, anti-ossidante naturale, e contiene una certa quantità di selenio e piccole quantità di calcio e, per la presenza di acidi grassi a catena corta, è facilmente digerito ed assorbito rivelandosi un’ottima fonte di energia.

Le più recenti acquisizioni hanno inoltre evidenziato che i costituenti del burro, nel loro insieme, concorrono a svolgere un’azione anti-infiammatoria, anti cancerogena, di protezione delle mucose dalle infezioni, di stimolo alle difese del sistema immunitario, al corretto sviluppo delle ossa ed alla produzione di “colesterolo buono”.

Il latte e il burro contengono una serie di composti quali l’acido butirrico, la sfingomielina, la lecitina, l’acido linoleico coniugato e anche tracce della nicotinammide riboside, proteina precursore della vitamina B3, i quali determinano vari effetti benefici sulla salute.

Il Burro è fonte di importanti nutrienti essenziali

Da conoscenze che fanno parte della storia dell’alimentazione, ma anche da importanti ricerche scientifiche moderne, risulta che il burro è un’ottima fonte di carotenoidi e vitamina A, di vitamina D, di vitamina E, anti-ossidante naturale, e contiene una certa quantità di selenio e piccole quantità di calcio e, per la presenza di acidi grassi a catena corta, è facilmente digerito ed assorbito rivelandosi un’ottima fonte di energia.

Le più recenti acquisizioni hanno inoltre evidenziato che i costituenti del burro, nel loro insieme, concorrono a svolgere un’azione anti-infiammatoria, anti cancerogena, di protezione delle mucose dalle infezioni, di stimolo alle difese del sistema immunitario, al corretto sviluppo delle ossa ed alla produzione di “colesterolo buono”.

Il latte e il burro contengono una serie di composti quali l’acido butirrico, la sfingomielina, la lecitina, l’acido linoleico coniugato e anche tracce della nicotinammide riboside, proteina precursore della vitamina B3, i quali determinano vari effetti benefici sulla salute.

Il Burro Nobile nasce dalla ricerca

Per meglio comprendere se e come l’alimentazione delle mucche possa influire sui valori nutrizionali del latte e dei derivati, nel 2011-12 abbiamo condotto, con Filiera LattEmilia e in collaborazione con l’Università di Bologna, un importante progetto di ricerca in cui sono stati analizzati campioni di creme di latte ottenute per affioramento da latte di mucche alimentate in modo differente.

Il Burro Nobile nasce dalla ricerca

Per meglio comprendere se e come l’alimentazione delle mucche possa influire sui valori nutrizionali del latte e dei derivati, nel 2011-12 abbiamo condotto, con Filiera LattEmilia e in collaborazione con l’Università di Bologna, un importante progetto di ricerca in cui sono stati analizzati campioni di creme di latte ottenute per affioramento da latte di mucche alimentate in modo differente.

Il campione analizzato

Complessivamente sono stati analizzati 62 campioni, di cui 31 campioni provenivano da lattifere alimentate in modo tradizionale e denominati “gruppo testimone” e 31 campioni appartenenti a lattifere la cui dieta tradizionale è stata integrata con semi di lino estruso e denominati “gruppo trattato”.
Il gruppo testimone era costituito da 400 lattifere, mentre il gruppo trattato da 300 lattifere.

Il metodo

Le creme di latte sono state prelevate dai caseifici dell’area del consorzio del Parmigiano Reggiano, nelle provincie di Reggio Emilia, Mantova, Parma e Modena, poi stoccate a -20°C fino alla produzione di zangolato fresco. Tutte le creme sono state classificate in relazione al tipo di alimentazione delle bovine: Alimentazione “tradizionale” (erba, fieno e concentrato) ed Alimentazione “Unifeed”.

Sui campioni a disposizione è stata eseguita l’analisi gas – cromatografica degli acidi grassi totali, e tutte le analisi sono state eseguite in doppio. Sono stati identificati e dosati quantitativamente 41 acidi grassi di cui 15 acidi grassi saturi (SAFA), 15 acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e 11 acidi grassi polinsaturi (PUFA). Dall’analisi dei dati ottenuti, è subito evidente che, la somministrazione di lino (gruppo trattato) ha portato ad un rilevante aumento dei CLA totali, in particolare del RA, mentre tale aumento è stato molto più contenuto nel gruppo testimone con alimentazione tradizionale.

I risultati

È possibile affermare che, durante il periodo di alimentazione integrata con semi di lino per il gruppo trattato si registra un aumento significativo del contenuto di CLA.
Inoltre, il passaggio all’alimentazione a verde ha provocato un notevole aumento sia di CLA che di RA in entrambi i gruppi, in quanto in questa fase si è proceduto alla riduzione della somministrazione di lino estruso, sperando che la diminuzione dell’LA contenuto nel lino, venisse compensata abbondantemente dall’ALA presente nei 20 Kg di erba fresca.

Quindi, è possibile verificare come il contenuto in componenti bioattivi sia effettivamente aumentato anche ne IL BURRO NOBILE ottenuto dalle creme di latte del gruppo trattato nella cui dieta era prevista l’integrazione con semi di lino.

Il campione analizzato

Complessivamente sono stati analizzati 62 campioni, di cui 31 campioni provenivano da lattifere alimentate in modo tradizionale e denominati “gruppo testimone” e 31 campioni appartenenti a lattifere la cui dieta tradizionale è stata integrata con semi di lino estruso e denominati “gruppo trattato”.
Il gruppo testimone era costituito da 400 lattifere, mentre il gruppo trattato da 300 lattifere.

Il metodo

Le creme di latte sono state prelevate dai caseifici dell’area del consorzio del Parmigiano Reggiano, nelle provincie di Reggio Emilia, Mantova, Parma e Modena, poi stoccate a -20°C fino alla produzione di zangolato fresco. Tutte le creme sono state classificate in relazione al tipo di alimentazione delle bovine: Alimentazione “tradizionale” (erba, fieno e concentrato) ed Alimentazione “Unifeed”.

Sui campioni a disposizione è stata eseguita l’analisi gas – cromatografica degli acidi grassi totali, e tutte le analisi sono state eseguite in doppio. Sono stati identificati e dosati quantitativamente 41 acidi grassi di cui 15 acidi grassi saturi (SAFA), 15 acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e 11 acidi grassi polinsaturi (PUFA). Dall’analisi dei dati ottenuti, è subito evidente che, la somministrazione di lino (gruppo trattato) ha portato ad un rilevante aumento dei CLA totali, in particolare del RA, mentre tale aumento è stato molto più contenuto nel gruppo testimone con alimentazione tradizionale.

I risultati

È possibile affermare che, durante il periodo di alimentazione integrata con semi di lino per il gruppo trattato si registra un aumento significativo del contenuto di CLA.
Inoltre, il passaggio all’alimentazione a verde ha provocato un notevole aumento sia di CLA che di RA in entrambi i gruppi, in quanto in questa fase si è proceduto alla riduzione della somministrazione di lino estruso, sperando che la diminuzione dell’LA contenuto nel lino, venisse compensata abbondantemente dall’ALA presente nei 20 Kg di erba fresca.

Quindi, è possibile verificare come il contenuto in componenti bioattivi sia effettivamente aumentato anche ne IL BURRO NOBILE ottenuto dalle creme di latte del gruppo trattato nella cui dieta era prevista l’integrazione con semi di lino.